martedì 6 gennaio 2015

Storiella

Ci sono 2 bambini, Ivan e Dario.
Dario è affamato. Lotta, si organizza, si impegna e conquista un quadrato di cioccolato che però non può condividere.
Anche Ivan inizia ad avere fame, vede il cioccolato di Dario e gli viene l’acquolina: lo vuole anche lui.
Si intravedono 2 scenari:
scenario 1: Ivan ammira la capacità di Dario, lotta e si impegna per avere anche lui un quadrato di cioccolato;
scenario 2: Ivan invidia la conquista di Dario, pensa: “Se non ce l’ho io non deve averlo neanche lui” e fa di tutto affinché Dario perda il suo cioccolato.



Lo scenario migliore naturalmente è il primo, dove entrambi puntano al cioccolato, ognuno si gode il suo quadrato sapendo che anche l’altro è soddisfatto.
Trasponendo la storiella nella realtà, però, ci si trova spesso nel secondo scenario.


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Con l'occasione, a tutti l'augurio di trovare un pezzo di cioccolato nella calza della befana!

immagine da siviaggia.it


domenica 4 gennaio 2015

Bellezza e amore. Un'immagine.

Mi piace la pizza. Un’ottima parentesi tra il capodanno e l’epifania. Strappo una fetta, la piego con le mani per farne un gran morso, ma resta sospesa tra il tavolo e la bocca mentre l’immagine della donna che ho di fronte interrompe qualche connessione tra i miei neuroni.
La guardo come se fosse altro da me. E questo è impossibile perché in realtà non saprei definire i confini del mio essere senza di lei. Quindi sono entrato in uno di quegli istanti che mi rubano il tempo.
Vedo esattamente l’immagine che potrei usare per definire bellezza e amore: l’ovale equilibrato, la linea asciutta della mandibola, gli occhi color nocciola, grandi e segnati da un filo di matita nera, i capelli lisci, lunghi e castani, le labbra piene che nascondono incisivi candidi e perfettamente allineati. Un po’ grandi, a dirla tutta. Due piccoli orecchini che contendono una vanità discreta alla catenina che le scende sul petto e ai numerosi braccialetti di filo colorato e cuoio che le adornano i polsi, come un’adolescente - anche se ha pienamente passato i trent’anni e non si direbbe - . Smalto rosso impreziosisce le unghie che spiccano sulle dita affusolate, agenti di mani nervose, ma salde e decise, come è lei. Non c’è alcun anello, neppure la fede che le infilai al dito. C’è stata solo qualche giorno, poi l’ha custodita altrove, quasi a dire che non serve un cerchietto di metallo a dimostrare il suo amore.
Amore, si, credo si tratti di amore. Era passione, ora si sta trasformando in amore. O almeno penso si dica così.
Il tempo che passa, il lavoro che ci ruba il tempo, le vacanze che ci rendono felici, i figli che trasformano il lettone da rifugio passionale a capanna di coccole, la quotidianità che riempie pranzi e cene, la condivisione di tanti momenti che sincronizza il ritmo delle nostre esistenze.
Tutto ciò arricchisce questo flusso di vita e trasforma la ragazza che cercavo continuamente nella donna a cui probabilmente non riuscirei a rinunciare. Sarebbe come amputarsi un pezzo di anima.
È questo l’amore? Io non lo so. Però so che è una cosa bella.
Ora che è accaduto questo nel mio cervello, una forza mi sale dal ventre e mi dice che, se non fosse già mia moglie, questa sarebbe proprio la donna che corteggerei.
La mia immagine di bellezza e amore.
Vorrei abbracciarla, ma la mia mano continua il viaggio tra la tavola e la bocca.
«Cosa c’è?» mi chiede. La domanda mi scuote e ristabilisce le connessioni neuronali.
«Niente» mi affretto a rispondere con mezzo sorriso. E la pizza mi riempie la bocca.
«Lo sai che papà a volte si incanta!!» Eccola: la voce di bambina che mi riporta definitivamente al tempo giusto.
E quattro risate si incrociano sopra al tavolo.